Siamo lieti di annunciarvi che il convegno internazionale “1920-2020: un secolo di parole e immagini per raccontare l’amnesia” verrà trasmesso in diretta streaming:
Per seguire la seduta inaugurale potete collegarvi il 25 mattina alle ore 9:00 al seguente link: collegamento
Per seguire i lavori del convegno del 24 e 25 settembre potete collegarvi al seguente link: collegamento
“Le texte ne commence pas au moment de l’écriture, mais au moment de l’entretien”
Il convegno internazionale Amnesie d’Autore si è svolto a Urbino dal 23 al 25 settembre 2021 mostrando come il tema dell’amnesia traumatica o patologica è rappresentato in ambito artistico. In questo scenario, i relatori presenti hanno illustrato come la letteratura, il teatro e il cinema contemporanei veicolano questo concetto raggiungendo il culmine nell’ultimo emozionante incontro con la scrittrice francese Olivia Rosenthal e la collega Nancy Murzilli. Quest’ultima conferenza è stata strutturata in due parti: la prima comprende una presentazione in italiano sulla scrittrice da parte di Murzilli e una intervista in francese tra le due ospiti, la seconda si compone di una performance bilingue italiano/francese in cui le due hanno interpretato uno stralcio dell’opera letteraria On n’est pas là pour disparaître (2007) della stessa Rosenthal. L’autrice, che nei suoi romanzi coniuga la dimensione sociale e politica alla creatività letteraria, è anche una promotrice della littérature hors de livre (letteratura al di là del libro) consolidando collaborazioni artistiche con professionisti di vario genere creando opere ibride e collettive, tra cui performance orali ed esposizioni in spazi pubblici. Inoltre, uno dei temi principali della scrittura della Rosenthal è quello della collaborazione che riguarda sia il dialogo tra i diversi generi letterari che impiega in una stessa opera, sia l’interazione in senso stretto tra lei come scrittrice e le persone emarginate a cui può donare una voce. In più, è necessario aggiungere che ascoltare dal vivo un’artista che attraverso la propria voce rende dinamico e vitale uno dei suoi romanzi è un’esperienza veramente toccante, e in questo caso l’emozione è stata amplificata dalla situazione di pandemia in cui siamo immersi che ci costringe da più di un anno a partecipare principalmente a eventi digitali filtrati da uno schermo. In conclusione, si può affermare che l’incontro con Olivia Rosenthal ha permesso di percepire la letteratura contemporanea come qualcosa di concreto, una coralità di voci ed esperienze che permettono al lettore-spettatore di conoscere particolari contesti sociali che normalmente sarebbero inaccessibili (ospedali, prigioni, luoghi di emarginazione).
Veronica Rodilosso, studentessa di lingue Uniurb
“È un’esploratrice dei confini dell’intimo, di tutto quello che si rifiuta ad essere inquadrato”. È con queste parole che Nancy Murzilli introduce Olivia Rosenthal, autrice del romanzo On n’est pas là pour disparaître pubblicato nel 2007. La sua è una scrittura d’inchiesta e per la stesura del romanzo ha condotto delle interviste negli ospedali che accolgono i malati di Alzheimer. Come ci spiega l’autrice stessa, trattare di questa malattia è molto complicato perché gli unici che possono parlarne sono i malati ma non sono in grado di farlo perché mancano loro le parole mentre chi ne parla ha le parole ma non l’esperienza. In entrambi i casi i testimoni mancano.
L’autrice si confronta con questo universo poco conosciuto e persiste nella sua impresa di renderlo pubblico, consapevole che si tratta di un’impresa fallimentare: nessuno può raccontare per intero la vita del protagonista, il signor T, proprio perché manca la sua testimonianza. Eppure, dal modo in cui ci riporta le sue parole, è evidente che non si tratta di pura descrizione della malattia ma di un tentativo di entrare nel linguaggio per avvicinarsi il più possibile al suo modo di pensare e di sentire.
La lettura bilingue a due voci condotta insieme a Nancy Marzilli incanta ed emoziona tutti noi spettatori che ci lasciamo prendere per mano e guidare con fermezza e abilità all’interno del labirinto tanto temuto della perdita e dell’oblio, nello spazio in cui l’identità si scompone in piccoli tasselli di un puzzle che non sarà mai più completato. Il tono della documentarista si fonde con quello della romanziera per tratteggiare al meglio il ritratto della malattia e allo stesso tempo regalarci dialoghi che sono puri pezzi di poesia. Con una fluidità ammirevole, la scrittrice intreccia la voce del protagonista con quella degli altri personaggi e con la sua stessa voce, interrogandosi e dissotterrando tasselli di una propria memoria ormai repressa.
Per un tempo indefinito che potrebbe essere mezz’ora così come cinque ore, il pubblico di aula Magna del Palazzo Battiferri accetta l’invito dell’autrice e immagina. Immagina le cause di gesti sconsiderati. Immagina di sprofondare nel pozzo buio dell’oblio in fondo al quale non sa cosa potrebbe trovare, forse acqua, forse terra o più probabilmente il nulla. Cerca insieme all’autrice e a signor T quello che è successo prima della caduta. Cerca invano l’uscita all’indietro in una escalation di angoscia e senso di impotenza palpabili.
Alla fine della lettura seguono alcuni secondi di silenzio prima degli appalusi. Il pubblico è visibilmente spiazzato, necessita di qualche momento per ricomporsi dal viaggio nelle paludi dell’oblio. Olivia Rosenthal ha raggiunto il suo obiettivo nell’esplorazione dei confini dell’intimo.
Sofia Gligor
studentessa corso di laurea magistrale di Lingue straniere e studi interculturali.
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo